Area riservata

Sei un socio adulto e non hai un account? Scrivi a [email protected]

Il 25 novembre, giornata contro la violenza sulle donne, il CNGEI Milano ha deciso di scendere in piazza a manifestare assieme alle trentamila persone giunte in Largo Cairoli, davanti al Castello Sforzesco, chiedendo che venga fatta giustizia riguardo a un tema così importante. La ricorrenza è nata dall’idea dell’architetta messicana Eline Chauvet, autrice della famosa installazione Zapatos Rojos (in italiano “scarpe rosse”), per ricordare la storia delle sorelle Mirabal, violentate e uccise nel 1960 da un gruppo di militari al soldo del dittatore dominicano Trujillo. Nonostante siano passati più di cinquant’anni da quell’episodio, i fatti di cronaca ci parlano tuttora di un’odiosa questione legata alla sopraffazione delle donne da parte degli uomini e, come Sezione, ci è sembrato doveroso partecipare al corteo in uniforme, anche per dare voce ai valori scout che ispirano il nostro percorso. 





Alla manifestazione erano presenti la Commissaria di Sezione Marta Lodola, la responsabile del Clan Caterina Vismara, cape/i, senior, rover, esploratrici/ori e lupette/i dei più svariati gruppi della città. Il vento gelido dell’inverno meneghino non ha intimorito i nostri animi, già temprati dalla vita all’aria aperta, e siamo riusciti a condividere momenti di gioco e di chiacchiere amichevoli pur consapevoli che stessimo vivendo una giornata triste e di riflessione. Erano presenti anche altre associazioni che operano sul territorio e personalità di spicco come il sindaco Giuseppe Sala e l’influencer Chiara Ferragni ma, al di là delle distinzioni, è stato bellissimo percepire il calore di tutta la folla che pretendeva giustizia verso tutte quelle forme di violenza (fisica, psicologica, verbale, economica etc..) che ancora subiscono molte donne. Purtroppo le statistiche ci dicono che ad oggi la situazione è molto grave (in Italia ci sono stati 106 femminicidi dall’inizio dell’anno, praticamente uno ogni tre giorni) però bisogna ricordarsi che le persone stanno progressivamente prendendo coscienza del problema e vengono realizzate forme di assistenza concreta verso tutte quelle vittime di uomini insensibili. 

In fondo, come diceva Baden Powell, bisogna sempre sforzarsi di guardare ciò che splende dietro alle nuvole più nere.