Febbraio 2018, Montorfano. Campo di Carnevale.
La stanza del Fuoco della vecchia casa in cima alla collina ospita tante piccole figure verdi e marroni, alcune coricate a pancia in su, altre sedute; sono i Lupetti del Secondo Branco CNGEI di Milano, pronti per un'attività carnevalesca che richiede concentrazione, lavoro di coppia e slancio creativo. Sul pavimento sono poggiati piccoli recipienti di colla vinilica diluita con Acqua e fogli di giornale sempre meno integri. I Vecchi Lupi vigilano muovendosi per la stanza e aiutando i piccoli artisti a bucherellare i pezzi di pellicola trasparente che verranno stesi sui visi dei Lupetti coricati a Terra, pronti per essere ricoperti di colla e pezzetti di giornale. All'improvviso lo scenario è fatto di mummie di carta immobili che si prestano con pazienza e fiducia all'opera degli scultori compagni di avventure, occasionalmente qualche Lupetto sfreccia come Elettricità da un punto all'altro chiedendo rifornimento di materiale; nella stanza balena un'aria leggera e un miscuglio allegro di sensazioni semplici. Tra spennellate, “è finita la colla!”, strati che si sommano, “ridammi il pennello!”, oggetti che volano in Aria, “che bella questa!”, pellicola accartocciata, trascorre il pomeriggio del primo giorno di Campo, finché ogni Lupetto ripone sul tavolo di legno la propria maschera, diversa da ogni altra per forma e dimensione, affinché si asciughi e sia pronta per essere separata dalla pellicola, ma soprattutto dipinta e personalizzata. Tutto il Branco si prepara così a concludere l'opera: viene messa a disposizione della tempera colorata e viene spiegato ad ogni Lupetto che il modo in cui le maschere dovranno essere dipinte non sarà affatto casuale. Infatti, ogni maschera dovrà rappresentare un elemento naturale e, nello specifico, quello che corrisponde al Pokémon della Muta di appartenenza; le Mute neonate sono state infatti contraddistinte proprio attraverso i Pokémon, che costituiscono, insieme ai rispettivi elementi, il tema del Capo di Carnevale. Ne fruttano maschere costellate di fiori, riempite di nuvole e cielo, altre che ritraggono fondali marini, fulmini e saette, e grandi fiamme rosse. L'attività del Branco Karela si conclude così con creature simboliche di carta colorata, stese al sole dell'ultima mattina di Campo, pronte per fare un lungo viaggio nel grande mondo della fantasia catartica del Lupetto.