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In questi giorni di apprensione per la diffusione del Covid-19, anche noi scout abbiamo sospeso le nostre attività e ci stiamo attenendo alle indicazioni delle autorità. Ma visto che “lo scout è sereno anche nelle difficoltà” non siamo rimasti con le mani in mano e abbiamo pensato di intervistare la nostra socia Caterina Vismara che riveste il ruolo di Consigliera Nazionale. Scopriamo insieme a Caterina di che tratta!

 

Ciao Cate! Ci dici qualcosa di te? Che hai fatto nella tua vita scout?

Ciao, sono Caterina e nella vita sono architetto. I miei genitori mi hanno iscritto in AGESCI (associazione scout cattolica) sin da quando avevo 7 anni. Ho fatto tutto il mio percorso in AGESCI: lupetti, esploratori, noviziato (che nel CNGEI non esiste e si tratta di un anno tra il reparto e la compagnia) e il clan (cioè la compagnia). Non ho preso la partenza ma ho salutato il mio gruppo e sono approdata nel CNGEI di Milano, dove sono diventata una scout adulto dopo aver fatto un percorso di formazione e informazione, che si chiama PerCorso Senior.
Sono diventata Capo Compagnia, poi mi sono lanciata in un’esperienza Erasmus in Portogallo al termine della quale sono rientrata a Milano e sono stata Capo Compagnia in un altro gruppo. Qualche anno più tardi sono diventata Vice Capo Gruppo e, poi, Capo Gruppo. Al contempo mi sono impegnata in ruoli a livello nazionale, facendo parte di un gruppo di persone che aiutano il commissario che si occupa del metodo educativo per gli scout in età 16-19 anni (i rover); si tratta di aiutare il commissario a svolgere eventi nazionali, portare avanti programmi e sviluppare il metodo.
L’anno scorso ho scelto di candidarmi come consigliera nazionale che, a differenza del ruolo di aiuto al commissario che avveniva su chiamata, è un ruolo elettivo, per cui l’assemblea nazionale di tutto il CNGEI ha scelto chi eleggere. Sono quindi stata eletta in Consiglio Nazionale, che è una sorta di consiglio di amministrazione del CNGEI di 9 persone che, insieme al Presidente e al Capo Scout, prende decisioni politiche per l’associazione; queste decisioni hanno una ricaduta sulla principale attività del CNGEI, cioè l’educazione.

In che modo le decisioni che prendete con il Consiglio Nazionale ricadono sui singoli soci?

In questi giorni è molto semplice spiegarlo perché stiamo vivendo un momento particolare in cui dobbiamo fronteggiare questo virus, che all'inizio poteva sembrare quello dell’influenza ma è molto più cattivo e contagioso per cui ci viene chiesto di stare a casa e seguire delle norme di igiene fondamentali. Il Governo e i Ministeri competenti hanno fatto dei decreti e delle leggi che pongono alcune regole; il Consiglio Nazionale, durante i primi giorni di comparsa del virus, si è ritrovato in videoconferenza e ci siamo chiesti che ricaduta avessero queste regole sulla nostra associazione. Quando in Lombardia e Veneto c’è stato il primo focolaio, per esempio, abbiamo deciso di sospendere le attività scout, ancor prima che i decreti lo vietassero a livello nazionale. Così come avevamo deciso di cancellare le Officine Rover, che rappresentano l’evento nazionale per eccellenza per i nostri rover.

Come si svolge la vita scout di una Consigliera Nazionale? Anche voi vi trovate tutti i weekend?

No, noi siamo come Focus e Topolino, ci troviamo mensilmente! Abbiamo un calendario delle nostre riunioni, perché così si possono organizzare tutti gli eventi della nostra associazione; anche se proveniamo da tutta Italia ci troviamo presso la nostra Sede centrale che si trova a Roma, perché lì abbiamo i nostri documenti, le cose importanti che ci servono per prendere decisioni per il CNGEI.
Parallelamente ogni consigliere ha un compito: ci sono infatti tantissime attività da svolgere al di fuori delle riunioni. Io, per esempio, in questo momento mi occupo di gestire il processo di ristrutturazione di una casa scout che abbiamo a Sori, in Liguria. A casa mi sono letta tutti i documenti, mi sono informata sulle cose da fare, ho cercato delle persone che potessero saperne di più e ho cercato aiuto per le cose che non ero in grado di fare. In questo modo, piano piano, stiamo provando a restituire questa bellissima casa scout all’associazione.

Quindi come i capi preparano le attività per le uscite nei weekend, anche voi spendete del tempo per progettare e svolgere incarichi?

Esattamente! Come i capi preparano i campi estivi, noi organizziamo delle sorta di conventions. Si tratta di raduni a livello nazionale, in cui tutti i capi di Italia si trovano per apprendere e capire se ci sono stati dei cambiamenti, discutere se sono necessarie delle direzioni da prendere e verificare se il modo con cui fanno attività va bene o se, come direbbero i nostri fratelli scout nautici, bisogna raddrizzare la rotta. Questo è molto importante perché, come immaginerete, il CNGEI è una grande famiglia, abbiamo cugini un po’ dappertutto e diventa fondamentale vedersi e ricordarci che faccia abbiamo, ricordarsi come facciamo le cose, come siamo diversi e per imparare a stare insieme.

Perché hai scelto di diventare Consigliera Nazionale?

Quando ero Capo Gruppo a Milano ero molto contenta ma c’erano delle cose che non condividevo con le persone con cui stavo facendo il percorso; non perché pensavo stessero sbagliando bensì perché avevo una visione diversa. Frequentare gli eventi nazionali, quelle che abbiamo scherzosamente chiamato “convention”, mi ha aiutata a capire che quello che io conoscevo nella mia sezione a Milano era soltanto un piccolo pezzetto di un orizzonte un po’ più grande. È come quando, se hai vissuto solo a Milano e fai un viaggio in altre città, scopri che esistono altri luoghi, le strade per arrivarci, paesaggi diversi. Ti rendi conto che il campo da gioco in cui si sta giocando è molto più ampio di quello a cui eri abituato e vedi che ci sono squadre che giocano in modo diverso, alcune molto interessanti, altre più giovani volenterose di cogliere nuovi spunti. Ho capito che questa cosa mi piaceva molto perché mi faceva crescere; è un po’ la differenza che c’è in questi giorni tra lo spendere il tempo a casa e passarlo invece a scuola, chiacchierando con i compagni e imparando qualcosa di nuovo.
Ho deciso che per me era molto interessante questa dimensione nazionale e potevo avere molto da imparare. Avevo delle idee per cambiare o provare a modificare delle cose, proponendone di diverse e poi mi piaceva l’idea di investire le conoscenze che io avevo acquisito durante i sei anni in cui avevo lavorato per la branca rover a livello nazionale. Mi sono detta “Si, dai! Proviamo questa cosa”, ovviamente imparando di giorno in giorno (imparare facendo! 😉). Se quando ero una Capo Gruppo ho imparato che importantissimo è programmare quello che fai, in questa dimensione nazionale è altrettanto importante farlo sul lungo periodo. Come quando guardi le stelle: vedi una cosa che succede a milioni di anni luce e capisci che qualcuno, milioni di anni fa, aveva avuto un’idea e oggi ne vedi i risultati; quello che stiamo facendo noi darà risultati evidenti forse tra molti anni, ma saranno bellissimi!